Fotocopiare il CUDE è reato solo quando il falso è a regola d'arte

Sentenza n. 28204 del 18 giugno 2014 - Corte di Cassazione

La contraffazione del pass per il parcheggio invalidi non configura i reati di falso e truffa aggravata se la copia è “grossolana”.

La contraffazione del pass per il parcheggio invalidi non si configurano necessariamente come reato di falso e truffa aggravata.

A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione. Con la sentenza n. 28204 del 18 giugno 2014, depositata dalla seconda sezione penale il 1° luglio, infatti, la Suprema Corte ha confermato la decisione del Gip di Trani che aveva disposto il non luogo a procedere nei confronti di un'imputata per i reati agli articoli 477, 482 e 640 del Codice di procedura civile: falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, falsità materiale commessa da privato e truffa aggravata – perché “il fatto non costituiva reato”. La donna era stata accusata di aver falsificato il pass disabili della madre utilizzandolo per parcheggiare senza pagare esponendolo sul cruscotto della sua auto. La copia del contrassegno per invalidi quando è “facilmente riconoscibile” non costituisce truffa:  in particolare, le tracce bianche del foglio di carta su cui era stato riprodotto il pass rendevano immediatamente riconoscibile la falsificazione del documento, e non a caso l’automobilista era stata multata subito dall’ausiliario della sosta.

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